Lo zio di Maradona

di Kim

Cominciamo bene: intendo con questa storia che l'anno bisestile è un anno sfortunato. Ne sanno qualcosa i popoli d'Oriente che manco avevano finito di digerire il lesso di serpente e si sono visti arrivare a casa Goria di cui nessuno sa niente. Insomma: è stato un inizio eccessivo; ci avremmo creduto anche senza tutti questi sfracelli in una vòlta sola: ce ne sono stati tanti, che ormai chissà come farà, l'88, a menare gramo anche per i prossimi dodici mesi.

Al Napoli, per esempio, non poteva capitare di peggio di quello che gli è capitato ieri in una volta sola. Ha perso la prima partita di questo campionato, l'ha persa beccando quattro gol dal Milan che normalmente li segna in un semestre e ieri invece ha segnato persino Donadoni che i suoi amici non vogliono nemmeno come segnapunti quando giocano a biliardo perché sbaglia i conteggi dei filotti. Poi hanno scoperto una verità e un'altra l'hanno intravista: da ieri sera il Napoli ha 21 punti e il Milan ne ha 18, il che significa che Ferlaino deve fare erigere dei monumenti ai genieri: senza il bombardiere di Pisa, quello che ha centrato Renica, il Napoli avrebbe 19 punti e senza il bombardiere di San Siro, quello che ha centrato il portiere della Roma, il Milan ne avrebbe 20: cioè sarebbe il primo in classifica, col Napoli dietro, a inseguire ma con un grave handicap: il fatto che non ha più Maradona.

Diego durante Milan-Napoli
Ieri Enrico Ameri ha preso il coraggio a due mani e lo ha detto: a San Siro Maradona si è visto poco. Alcuni ambienti occidentali di Islamabad, degni della massima fiducia (sono quelli che forniscono le notizie sulla guerra in Afghanistan; le uniche fonti alle quali attinge la grande stampa), hanno detto che non è che Maradona si sia visto poco; non c'era proprio: era ancora in Argentina ad allattare la pupa. Si era confuso per via del fuso orario. In campo c'era, sì, un signore con la maglia numero 10, ma si è capito subito che non era Maradona, ma suo zio - che di cognome fa Scognamiglio -, che si è fatto riconoscere perché entrando in campo si è fatto il segno della croce, proprio come suo nipote che lo ha fatto assumere dal Portici ...

"L'Unità", 4 gennaio 1988, Gli eroi della domenica