Ian Rush

Ian James Rush
(St Asaph, 20 ottobre 1961)

Di mestiere fa i gol. Ne ha sempre fatti: 226 in 331 partite coi "reds" di Liverpool, 14 in 30 partite con la non irresistibile nazionale gallese. Per questo l'ha preso la Juve, con largo anticipo sulle operazioni di mercato. È punta da area, con riflessi prontissimi: non inganni la faccia strana, che un po' ricorda il cormorano e un po' Walter Chiari truccato da fratello De Rege. Con un anno d'anticipo, s'è messo a studiare l'italiano e non ha imparato nulla. Però i gol, sùbito dalle prime amichevoli, ha cominciato a farli. Poi s’è infortunato, a Lecce, e la sua assenza in attacco s’è fatta sentire parecchio.

"Le figurine di Gianni Mura"

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Alla fine della stagione 1987-1988 Ian Rush avrebbe collezionato 29 presenze e 7 reti. Già durante le vacanze natalizie il bilancio apparve critico. Un servizio non firmato su "La Repubblica" del 29 dicembre 1987 descriveva argutamente la situazione [vedi]: " 'Gli altri hanno fallito perché nessuno di loro era un gallese. Soltanto noi siamo cresciuti sapendo cosa significa la fatica'. Questo disse Ian Rush a fine luglio, a chi gli chiedeva se non temesse di far la fine di tutti i britannici arrivati in Italia per giocare al calcio, da Law e Baker in poi: tutti o quasi hanno fallito. Non è stato così. Dopo un avvio promettente, cinque mesi di convivenza con la Signora non hanno abituato Rush a pensare diversamente dai suoi conterranei, che in Italia si sono comportati spesso come se tutto fosse loro dovuto e da perdonare. Da settembre in poi non è passata settimana senza che uno screzio o un malinteso non peggiorasse la sua immagine di professionista distratto. La sua specialità sono diventati i ritardi dopo le vacanze a Flint. Anche questa volta, ed è la terza in poco più di un mese, Rush non si è presentato agli allenamenti della Juve. Marchesi aveva convocato tutti per domenica pomeriggio, il gallese si è fatto vedere soltanto ieri mattina. "Non capisco cosa ci sia di strano - ha dichiarato con candore - Marchesi sapeva tutto. C'è un solo aereo che mi può portare direttamente a Torino da Londra ed è quello della domenica sera". L'obiezione è che avrebbe potuto partire il sabato, con ventiquattr'ore di anticipo. "E perché? Sabato non potevo". Tra Rush e la Juve ormai c'è una frattura. La squadra si sente ampiamente in credito con lui. Questa volta il gallese dovrà pagare. Boniperti è furibondo, gli comminerà una multa di cinque milioni. Rush guadagna ottocento milioni l'anno. A Liverpool non arrivava a prenderne la quarta parte e deve accettare le regole del vivere calcistico in Italia, anche quando gli sembrano assurde. "Dicono che gli inglesi siano maestri della puntualità, si vede che Ian è nato in Galles" è una delle battute che circolavano domenica nello spogliatoio, constatando che Rush non c'era. "Un altro equivoco, qui ci sono sempre problemi di lingua. Bisogna che Rush si decida a imparare l'italiano oppure che mi adegui io con l'inglese. O che ci si metta a discorrere in una lingua neutrale, come il tedesco: chissà che non ci si capisca di più" è sbottato Marchesi al quale il gallese è riuscito a far perdere la pazienza. Il gioco della Juve a Rush non piace, si sente male assistito da una squadra che gli offre una palla-gol ogni due o tre partite: in Inghilterra ormai lo sanno tutti. A cominciare dalle polemiche dopo il match perso ad Empoli, che segnò il suo esordio in campionato, è stato un stillicidio di accuse, alcune addirittura firmate negli articoli che Rush ispira al "Sun", con il quale ha un accordo di collaborazione ben retribuita". 

Costato 7 miliardi lire, fu rivenduto al Liverpool per 6 nell'agosto 1988. Vent'anni dopo avrebbe dichiarato: "Looking back, Juventus were the right club at the wrong time. We had just signed seven players and were happy to get 0-0 draws away from home. That negative approach didn't play to my strengths. I would have been better joining Mark Hughes and Gary Lineker playing under Terry Venables at Barcelona. But I don't regret going. My time at Juventus improved me in every way, both as a person and player. I didn't do as badly as everybody tries to make out, either". Sostenne anche che la celebre frase 'I couldn't settle in Italy, It was like living in a foreign country" era un nonsense: "I was set up: it was someone's idea of fun" [fonte].